La guerriera e il suo eroe

Intervista a Massimiliano Gibellini, Presidente dell’Associazione Progetto Erika F.T.C.

 

Ogni anno Raccortubi Group sostiene un’iniziativa benefica, proposta dai dipendenti.

Quella che vi raccontiamo oggi è una storia incredibile, di sport, di amicizia, ma soprattutto, di un amore sconfinato.

Incontriamo Massimilano Gibellini per conoscere la storia della sua associazione, Progetto Erika F.T.C. (che sta per “Fuck the Cancer”), che Raccortubi ha deciso di sostenere con una donazione nel 2022.

 

La storia dell’Associazione

“Progetto Erika F.T.C. nasce per far rivivere, nella solidarietà e nell’aiuto, l’amore che nostra figlia ci ha donato.

Tutto è iniziato nel 2016: poche settimane dopo che Erika ci ha lasciati, sono stato contattato da Gianluca, Marino, Stefano e Marco (tifosi del Varese Calcio)”.

Massimiliano lavora come Responsabile Sicurezza allo stadio Franco Ossola e scopre di essere pieno di amici, che non esitano a farsi avanti e a sostenerlo concretamente nel momento più buio.

“Il mondo dello sport mi è stato molto vicino. Avere il sostegno degli amici vuol dire tanto. Mi sento fortunato”.

È così che, a maggio di quell’anno, con la Curva Nord della squadra, viene organizzato il primo “Fuck the cancer”, un evento che ormai è diventato un format consolidato, che propone ogni anno attività per bambini, concerti, e l’irrinunciabile asta delle maglie dei campioni sportivi italiani e mondiali. Fuck the Cancer è organizzato in collaborazione con la Fondazione Giacomo Ascoli (altra storia incredibile) e coinvolge tanti enti, volontari, sponsor e realtà diverse… tutti uniti per Erika, tutti uniti per raggiungere un grande obiettivo.

La Fondazione Giacomo Ascoli, su richiesta della famiglia Gibellini, ha aperto un fondo dedicato a Erika, in cui vengono raccolte tutte le donazioni ricevute in sua memoria e i proventi dell’evento.

Il territorio ha risposto bene e, dalla prima edizione, sono stati raccolti circa 200.000 euro, destinati alla realizzazione di ben 3 camere sterili presso la S.S.D. di Oncoematologia Pediatrica all’Ospedale Del Ponte di Varese.

La nostra donazione contribuirà all’allestimento delle camere sterili: una volta realizzate, infatti, c’è bisogno di arredarle e di dotarle di giocattoli, perché

“la cosa di cui più di tutte ha bisogno un bambino ospitato in quei reparti, è di essere trattato “come se nulla fosse”, di non avere paura, di non sentirsi malato, ma di poter essere quello che è: un bambino, con tutti i diritti dei bambini.

 

La storia di Erika

Nel 2012 Erika ha 12 anni e, al rientro dalle vacanze, inizia ad accusare mancanza di fiato e una certa rigidità dei tessuti mammari. Pediatri e medici sottovalutano la situazione, riferendola a fisiologiche tappe della crescita e prescrivono antibiotici; invece si tratta di un tumore al seno.

Inizia una lunga trafila di visite e cure (le poche disponibili) e, sebbene sembri che Erika sia guarita, il male, dopo pochi mesi ritorna.

Sono mesi e anni difficili, in cui, però Erika combatte con dignità e maturità: “non si è mai lamentata, fino all’ultimo. Anche nel suo dolore, era la prima a donarsi”.

La forza di Massimiliano, mentre ci parla, è una forza che non è di questa terra e, da quello che ci racconta, capiamo subito che Erika è una vera guerriera.

“Non voleva mettere la parrucca, diceva “che mi guardino pure, io non ho problemi. Mi dovrei vergognare perché sono senza capelli?”.

Al posto della parrucca, invece, si è tatuata la frase “Stay strong” (Sii forte) sulla testa.

Disegna e si fa tatuare un fiocco sul braccio, con al centro la scritta “Fuck the cancer”, che è diventato il logo dell’Associazione e che rivedo stampato anche oggi, sul collo di suo papà.

Sull’altro braccio, la sua migliore amica Alice, si fa tatuare la frase di Anais  Nin “You can’t save people, you can only love them” (Non puoi salvare le persone, le puoi solo amare), che oggi viene stampata sulle felpe dell’Associazione.

Durante le visite in ospedale, la famiglia Gibellini viene a conoscenza dell’associazione Make a Wish, che realizza i desideri dei bambini fragili.

Erika ci prova, scrive per realizzare il suo sogno di diventare fotomodella per un giorno: la domanda viene accolta e una limousine la preleva da casa e la porta in uno studio fotografico con un’equipe di professionisti che rendono immortale la sua giovane bellezza.

Sogna di visitare Londra. Tutti dicono a Massimiliano “portala a Lourdes, portala a Medjugorje”, ma lui e sua moglie Angela muovono mari e monti e la portano a Londra: “lei non voleva quasi andarci perché diceva che il costo del viaggio era troppo elevato… sono stati tre giorni bellissimi, in cui lei è stata benissimo”.

Un sogno nel cassetto

“Ne ho tanti: prima di tutto, però, serenità e salute per mia figlia Sofia (la sorellina di Erika).

Poi, che quest’associazione continui a realizzare tante cose belle in memoria di Erika e che, anche quando io non ci sarò più, qualcun altro porti avanti il mio progetto”.

Un messaggio per i nostri lettori

“La vita è bella. Cerchiamo di lamentarci di meno per le piccole cose e apprezziamo ciò che conta davvero.”

 

Per donare a “Progetto Erika Ftc”: IT88K056965052000020350X33 (Banca Popolare di Sondrio agenzia di Saronno)



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